mercoledì 1 maggio 2013

Illuminazione pubblica

La grande casa incominciò a vivere con i suoi nuovi abitanti e a riflettere l'azzurro dei cieli sui vetri delle sue finestre, mentre la città alle sue spalle si rassegnava, oltre che alla sua presenza, ai tempi nuovi e al cosiddetto progresso: che già prima di allora si era manifestato con tante cose straordinarie, per esempio con la ferrovia e l'illuminazione a gas delle strade del centro [...].
                                           Sebastiano Vassalli, Cuore di pietra, Capitolo 2, Torino, Einaudi, 1996

L'uomo, sin dall'antichità, ha escogitato dei metodi per illuminare i quali, sino ai tempi più recenti, si basavano principalmente sull luce prodotta da una fiamma. 

La questione dell'illuminazione pubblica si presentò in modo più deciso in Francia attorno alla metà del XVI secolo, in stretta correlazione alla pericolosità delle vie cittadine: rischiarare le strade era un modo per scoraggiare i  banditi dall'aggredire i passanti. A un secolo più tardi risale l'obbligo di porre lanterne su muri di strade e piazze della capitale francese.
Sarà però l'Ottocento il secolo che vedrà le città europee illuminarsi, seguendo il modello parigino. Nel frattempo la tecnologia ha compiuto degli straordinari progressi e le città esibiscono dei funzionali e allo stesso tempo decorativi fanali stradali a fusione di ghisa alimentati  a gas, che non solo illuminano, ma abbelliscono la città con le loro forme e decorazioni ricercate. I progressi nella tecnica hanno, dunque, reso possibile l'utilizzo di questo combustibile, il gas, ottenuto dalla distillazione del carbon fossile in serbatoi di ghisa, che sostituirà piano piano il legno e l'olio in quanto garantisce una migliore illuminazione e una riduzione del rischo degli incendi.



Successivamente, con l'illuminazione elettrica, diffusasi verso la fine degli anni Venti del Novecento, queste vere e proprie opere d'arte vennero sostituite o riadattate per supportare le linee elettriche sospese. 

L'illiuminazione pubblica in Italia.
L'illuminazione pubblica in Italia compare sul finire del XVIII secolo, con un ritardo di almeno un secolo rispetto alle principali città europee.
Tra le prime città vi fuTorino, alla quale si può attribuire un seppur primitivo sistema di illuminazione pubblica, risalente alla seconda metà del '600, costituito da lanterne posizionate per illuminare le vie della città, disposte per ordine della Madama Reale Giovanna Battista. Fu poi grazie alla promozione dell'innovazione tecnologica da parte dell'Accademia delle scienze di Torino che sul finire del XVIII secolo, contemporaneamente ad altre città italiane, come Venezia, il sistema di illuminazione assunse il modello europeo.
E fu così che, una dopo l'altra, tutte le principali città italiane (Milano, Bologna, Firenze, Genova, Napoli, Roma, Palermo..) garantirono ai loro cittadini questo  prezioso servizio, anche se le zone più decentrate del Paese rimasero ancora avvolte nelle tenebre.
In seguito, verso la metà del XIX secolo, anche in Italia, come stava già accadendo nelle capitali europee, comparvero i lampioni stradali a gas, segnando effettivamente l'inizio dell'illumiazione pubblica cittadina.

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